Seminario SIL 2009. Bozza.
Come gruppo SIL (Società Italiana delle Letterate) di Trieste abbiamo pensato a un seminario, che faremo il 9-10 dicembre, che sarà una tappa della costruzione del Convegno SIL di fine 2010 sul tema: “personagge” nella contemporaneità artistica, (letteratura, teatro, film, video).
Il seminario che faremo a Trieste rientra in un più vasto programma di eventi, riflessioni e spettacoli intitolato S/PAESATI, in collaborazione con il Teatro Miela e altri soggetti istituzionali.
Abbiamo ipotizzato, sentendo anche delle amiche SIL via telefono e mail, alcune posizioni da cui partire, che per ora, si riassumono in queste:
-a) “Teorie dei personaggi, personaggi delle teorie: declinazioni al femminile”: problemi teorici che il personaggio chiama in causa (identita’, in primis) per iniziare una riflessione su una possibile declinazione al femminile di questi problemi. Prendere esempi di personagge non tanto da testi apertamente narrativi, ma proprio da testi di teoria (ad esempio Spivak, Anzaldua e altre). In un cappello teorico generale da condividere per inziare la discussione e alcuni esempi di personagge contemporanee che appartengono a una particolare dimensione di discorso.
– b) Visti i temi su cui noi a TS lavoriamo da tempo, e cioè le scritture di autrici non italiane, è interessante vedere come queste autrici costruiscono oggi le loro personagge, come si collocano queste scritture rispetto a quelle italiane sui temi della libertà delle donne. Abbiamo scelto alcuni libri che noi tutte più o meno abbiamo letto, e che presentano tra loro notevoli differenze, per interrogarci a partire dalle loro scritture:
Jamila Ockayova, L’essenziale è invisibile agli occhi, Baldini Castoldi, 1997.
“lo scrittore che ha deciso di appartenere ad una patria-parola, cioè a una patria letteraria, individuata dal passaggio tra due lingue (la prima allo stesso tempo lingua madre e lingua letteraria; la seconda, lingua letteraria, ma allo stesso tempo nuova lingua d’uso), come per Ockayova: […] mi considero cosmopolita, prima che slovacca o italiana, da molto tempo. Un po’ da sempre, da quando ho scoperto il mio amore per la letteratura. La letteratura è strapiena di fratellanze senza confini e offre una patria comune, indistruttibile e “semprepresente”: la parola (in: D. Bregola, Da qui verso casa, 2002)”. (F. Sinopoli, in “Mosaico letterario”, n.20).
Anilda Ibrahimi, Rosso come una sposa, Einaudi, 2008.
“Le donne mantengono i legami con le tradizioni in un paese dove le tradizioni stesse si mischiano e si confondono tra loro, dove islam e cristianità non sono poi così diversi e si occupano entrambi di nutrire le anime fatte di carne e di sangue. Le donne sono il collegamento tra la storia e i nostri giorni e ai nostri giorni arriva la fine del romanzo, accompagnato dall’odore della cassapanca di nonna Saba, l’odore delle “stagioni delle donne della mia terra”, la terra della nipote della protagonista di questa storia, terra che non è più l’Albania, ma è un’altra terra”. (ExpatClic.com – 2008)
Gabriella Ghermandi, Regina di fiori e di perle, Donzelli, 2007.
“Regina di fiori e di perle, in forma di romanzo, copre un arco di tempo che va dall’invasione italiana dell’Etiopia nel 1935 fino al 2000. Racconta la formazione di una giovane donna, la vita quotidiana e familiare in un villaggio e poi nella capitale d’Etiopia, l’invasione italiana e la da noi sconosciuta resistenza etiopica, le difficoltà dell’incontro fra persone diverse, la dittatura “marxista” di Menghistu, la migrazione in un’Italia soffocante, il ritorno in Etiopia – storie drammatiche, fatti pesanti. Ma non perde mai di vista la meraviglia e la bellezza, le perle e i fiori, appunto”. (A. Portelli in “Il Manifesto” 2008)
Dubravka Ugresic, Il museo della resa incondizionata, trad. Lara Cerruti, Bompiani, Milano, 2002
“Il museo della resa incondizionata è un romanzo dalla struttura affascinante, apparentemente sgretolato in sezioni autonome, privo sia della linearità cronologica dei fatti narrati, sia di quella narrativa del soggetto che questi fatti racconta. Ma la lettura scorre senza alcun intoppo, incontrando e conoscendo zone di grande dolore e disperazione trattenute su una linea di sobrietà difficilissima da disegnare, di cui la scrittrice non perde mai il controllo … Chiamare questo libro “romanzo” è un’ennesima implicita accettazione del fatto che questa parola ha un’elasticità davvero impressionante. L’andamento del testo della Ugresic è infatti di volta in volta diaristico, descrittivo, memoriale, critico, e nella varietà di queste scritture compaiono improvvisi racconti che sono tanto chiusi e perfetti in sé quanto magistralmente correlati al resto della narrazione e tra loro.”. (D.Voltolini in “Nazione indiana” 2003)
– c) Configurazioni possibili delle personagge a partire dalla letteratura degli anni ’70 in rapporto al femminismo (es. H. Cixous). Gli anni ’70 coincidono un po’ dovunque con l’espandersi dei movimenti delle donne e contemporaneamente con la pubblicazione di testi che si sono rivelati decisivi per la riflessione sulla differenza sessuale. Che cosa hanno prodotto in termini di scrittura femminile, di spiazzamento del soggetto e della lingua, quindi propriamente dell’arte e della letteratura.
Punto importante è quello di fare lo sforzo di aprire delle domande generali, delle interrogazioni che siano piste aperte, capaci di incanalare il nuovo, piuttosto che incarnare in esemplificazioni particolari i discorsi (che verrano magari dopo, al convegno), oppure quello di mandare avanti su due piani il seminario preparatorio, ma cercando sempre di tenere aperte delle questioni ad ampio raggio perchè l’ottica di osservazione è nuova e occorre interrogarsi in profondità.
Questo è un invito a tutte voi perché vogliate collaborare a questo primo seminario di preparazione con idee, proposte, presenze. La scelta è piuttosto ampia: è interessante osservare le soggettività, i corpi, le relazioni, in rapporto ai luoghi, alla materialità delle cose, declinati nelle differenti ipotesi e prospettive del presente. E’ interessante osservare come queste istanze si configurano oggi rispetto alla tradizione o al passato. Cambiamenti, rivisitazioni, corrispondenze, innovazioni, tagli, stravolgimenti, innesti, differenze, somiglianze, ecc.
Quali passaggi e quali dislocazioni sono attuate, come si configura oggi il rapporto tra corpo e mondo, come nascono quegli “sguardi irregolari” capaci di leggere in modo obliquo la realtà, di scoprire il nuovo nonostante e oltre la continuità del discorso.
Crediamo che il tema sia interessante ma complesso, ancora da indagare nelle diverse sfaccettature, non così chiaro nelle ipotesi, dai confini sfilacciati (e questo è un bene), e dagli ambiti che necessitano di una maggiore definizione, ecc.
SEMINARIO:
Teatro Miela, Pzza Duca degli Abruzzi, 2 Trieste
9 dicembre ore 15 – 19.30 dedicato al seminario (compresa la presentazione del libro “Genalogie d’Europa” a cura di C. Benussi e A. Zoppellari),
10 dicembre ore 9.30 – 13 dedicato al seminario.
Dalle ore 15.00 presentazioni di:
Agenda SIL 2010 sul tema: “Le donne e il lavoro”, – Bia Sarasini
Ultimo numero di “Leggendaria” sul tema: “I talenti delle donne”- Anna Maria Crispino
Sepegretipi. La lingua dell’origine tra parola e afasia, a cura di Marina Giovannelli, KappaVu, Udine 2009, – M. Giovannelli, H. Brunner, A. Kersovani
Ore 21: visione di “Viola di mare”, incontro con la regista Donatella Maiorca, la sceneggiatrice e autrice del soggetto Pina Mandolfo, l’attrice Giselda Volodi (madre)
Il giorno 11 dicembre si inaugurerà ufficialmente la Casa Internazionale delle Donne di Trieste, di cui la SIL è socia fondatrice.
Il giorno 4 dicembre, come anticipazione del seminario, presentiamo il libro di Monica Farnetti, Tutte signore di mio gusto, La tartaruga, Milano 2009, alla presenza dell’autrice.
Della SIL, al momento, partecipano al seminario: Nadia Setti, Bia Sarasini, Anna Maria Crispino, Clotilde Barbarulli, Pina Mandolfo, Alina Narciso, Adriana Chemello, Gabriella Musetti, Melita Richter, Helen Brunner, Barbara della Polla, Marina Giovannelli, Rossella Pisciotta.