I temi indicati per le città sono, Firenze esclusa, indicativi.
Il comitato operativo include rappresentanti di ciascuna città con il compito di raccogliere adesioni, fondi, partecipanti, e strutturare le giornate.
A scelta, 2-3 giorni per città in possibile collaborazione con istituzioni e altre associazioni, studiando anche l’eventualità che gli incontri vengano riconosciuti per la formazione.
Firenze, venerdì pomeriggio-domenica mattina
- Archivio e archivi di memoria. L’iscrizione del sentire: corpi, parole, immagini, comunità
- Tecnologie dell’amore e dell’identità pubblica
- Disamore, straniamento, disaffezione nelle geografie politiche
- Crudeltà delle forme politiche
- Mi riguarda e mi riguardo: l’io in politica
- Ma l’amore no…
Archivi dei sentimenti e Culture pubbliche
Vi mandiamo la traccia per un convegno al Giardino che Clotilde ha proposto al Comune. I sei punti indicati qui sopra per il progetto collettivo riprendono suggerimenti nati negli incontri successivi a Raccontar/si, tra i quali “Il corpo e il con/testo” e “Scansioni irregolari”.
Archeologia degli affetti oggi — fra precarietà del lavoro, migrazioni, domesticità, cura, violenza, corpo femminile usato e sovraesposto – in rapporto agli spazi pubblici e alle politiche culturali. Dagli archivi cartacei a quelli virtuali fino ai racconti di giovani, di migranti, di donne attraversate da varie forme di precarietà nel nodo esistenziale di ognuna tra tradizione, mutamenti, quotidiano, necessità, e voglia di futuro: memoria e discorso pubblico; performatività del ricordo e sue iscrizioni nello spazio pubblico che è un insieme plurale di singolarità.
Quali culture delle relazioni o dell’esclusione? Il fenomeno più vistoso è dato dalla circolazione di donne e uomini con possibilità di destini diversi nel loro migrare: in questo passaggio interculturale quali figurazioni e quali linguaggi dei sentimenti? Emergono i corpi a perdere come quelli dei morti sul lavoro e nei barconi sul Mediterraneo. Corpi reclusi e percossi, corpi violati e offesi, come quelli delle/dei migranti, delle trans, delle donne vittime di violenza nel ‘focolare domestico’. Ma sono nello stesso tempo anche corpi precari nel lavoro con una frammentazione che aumenta il senso della precarietà stessa della vita. Corpi invisibili e schiavizzati, corpi normati, corpi speciali armati sul modello cui sembrano ispirarsi il governo degli spazi pubblici nelle nostre città. Con quali visioni del mondo, con quali culture pubbliche si risponde; quali cartografie in uno spazio culturale così granuloso,complesso e variegato, che richiede di rimettere in discussione gli streotipi identitari?
La rete di emozioni che rinviano al nostro intimo, si trasforma a seconda del contesto sociopolitico in cui viviamo: la nostra soggettività si scontra con la realtà del mondo, con le convenzioni, con la cultura dominante. I talk-show sembrano favorire la socializzazione dei sentimenti con lo scopo di allontanare le paure, ma le confessioni non contrastano le condizioni di sofferenza, né hanno ricadute pratiche ed anzi occultano la realtà di società sempre più autoritarie. La cultura dominante mette in scena le emozioni come propedeutica al mantenimento dello status quo. Se il governo delle emozioni è la caratteristica peculiare dell’attuale capitalismo attraverso i media (Eva Illouz) imponendo uno “stile emotivo” cui doversi allineare, è necessario riprendersi spazi di libertà e creare differenti culture pubbliche, una civiltà in cui ci sia incontro e confronto nel rispetto delle singolarità. Elena Pulcini sostiene che è dalle passioni, dalla loro funzione cognitiva e comunicativa, che bisogna oggi ripartire, per rispondere a desideri, bisogni, aspettative.
Parole chiavi
Quali resistenze, contro narrazioni, quale intercultura e ascolto dei sentimenti nell’attuale cultura egemone che cerca di rimuovere diversità e diseguaglianze sociali? Se il corpo è un archivio che registra gioia e dolore, si può riscrivere il corpo per evidenziare dissidenza, alterità e differenze nella vita e nella memoria dei sentimenti.