Antonella Petricone
Manifesto della giornata autogestita al Laboratorio di Villa Fiorelli.
Turba/menti di sguardi e di corpi. Parole. Nel vischioso magma di pensieri spesso inespressi, in/consistenti e in/concludenti, il laboratorio delle fiorelle dà voce ai profondi sguardi dell’animo femminile, ridondante di immagini di donne diverse e diversamente insieme che si confondono e scontrano in un gioco trasfigurante di ombre e suoni, dai contorni sfumati e variegati, divertente, carico e suggestivo di melodie che accompagnano le diverse trame del sé e del diverso da sé. Corpi. In gioco, in tensione, in movimento, in armonia, giochi di corpi che si mostrano a sé e all’altra in luoghi e tempi reinventati, ricostruiti, ridefiniti, ricercati. Momenti dell’ esserci qui ed ora giocati nello scambio continuo di riflessioni e pause, rumori e attese, nell’ascolto della voce dell’altra che fa irruzione, scatena sensazioni, attiva nuove percezioni, mette in gioco. Giochi di immagini, giochi di suoni, visioni in gioco, gioco di sensazioni, odori e sapori trasformati in percezioni dell’essere che si libera e si scatena. Emozioni di sguardi, sguardi di emozioni, corporee e ludiche. Manifesti infestanti di note e antichi richiami per addolcire e predisporre le menti a nuovi immaginari, attraverso i luoghi abitati dalle donne migranti, i luoghi dell’offesa e della paura, ai margini della oppressione e della violenza femminile, i luoghi comuni e disarmanti, i sentieri appena tracciati di un’adolescenza migrante in divenire, fino alle spiagge deserte delle immagini omofobiche che non restituiscono l’autentica faccia del sé. L’incontro con le esperienze delle diversità in movimento, nei luoghi dell’attesa e della speranza, i luoghi dei centri di permanenza temporanea, ma anche della sofferenza e dello straniamento o nella restituzione di un’immagine femminile ricomposta, riattraversata, nelle pagine dei diari, frammenti di vita che colorano gli spazi intimi dell’esperienza femminile, i diari del privato, scoperti e rivelati o semplicemente sfiorati dalle voci corali di un movimento in atto, in divenire, in costruzione, il nostro, di noi tutte.
Nuclei tematici:
• Lettura e immagini di una realtà femminile ai margini della società, donne prostitute/prostituite, il diverso ruolo dei “desideri” e delle “speranze” che accompagnano, generano e agiscono il viaggio verso l’altrove e l’altro da sé. La fiducia e il sogno, il coraggio e la sofferenza che tracciano il destino di donne piegate sotto il pugno della violenza che esaspera il bisogno di riscatto dalla povertà propria e della propria famiglia.
• Prostituzione e commercio del sesso, i corpi come merce di scambio e di valore sessuali (si riallaccia ai nodi tematici di Cristina), immagini “positive” delle donne che si prostituiscono con il sorriso (il sorriso che inganna e che veicola immagini distorte dei desideri femminili legati alla sessualità).
Bibliografia dei testi base da cui sono tratte le esperienze di donne migranti vittime di prostituzione e di violenza:
Oria Gargano, La sindrome del sultano. Le prostitute nell’impero degli uomini, edizioni Differenza Donna, Roma, 2003.
Andrea Morniroli (prefazione di Enrico Pugliese), Maria, Lola e le altre in strada. Inchieste, analisi, racconti sulla prostituzione migrante, edizioni Intra Moenia, Napoli, 2003.
Carla Corso, Ada Trifirò (a cura di ), Migrazione, tratta e prostituzione straniera in Italia, ed. Giunti, Firenze, 2003.
Armanda Guiducci, Due donne da buttare, editore Rizzoli, Milano, 1976
Appunti personali e materiale preso da Amnesty International riguardante la nuova campagna donne, Mai più violenza sulle donne!