Strange Encounters. Embodied Others in Post-Coloniality [Strani incontri. Altri e corpi nella post-colonialità] (Routledge, London, 2000)
Recensione originale di Paul Cooke reperibile in internet
La traduzione e le aggiunte liberamente scelte dal testo sono di Liana Borghi
NB: nell’inglese stranger, “straniero” ed “estraneo”spesso si sovrappongono; talvolta li trovate uniti con una barra.
La collana “Trasformazioni” di Routledge ha pubblicato di recente vari saggi interessanti sulla teoria postcoloniale. Strange Encounters di Sara Ahmed è un nuovo contributo ricco di stimoli.
Mentre tradizionalmente il postcoloniale si è occupato del concetto dell’ ‘Altro’ in rapporto allo statuto ontologico del soggetto, Ahmed mette invece a fuoco il concetto sostanzialmente più fluido dello “straniero”. Attraverso il prisma dei discorsi femministi e postcoloniali, esplora le tensioni e contraddizioni implicite nella strumentalizzazione della “estraneità” nella produzione di embodiment (incarnazione, incorpamento) e nella comunità.