Presentazione di Liana Borghi
Se è avvenuto un cambiamento paradigmatico dei nostri schemi concettuali, dovremo prendere atto dei nuovi regimi di percezione. È diventato necessario cambiare modo e pratiche di sapere, di leggere, di fare, cambiare modello conoscitivo, usare concetti che riorientino il nostro senso del mondo verso forme di decolonizzazione e defamiliarizzazione epistemologiche e politiche
Ci aiuta in questo il neomaterialismo femminista — vedi il Manifesto IAPH — insistendo sulla incessante materializzazione del mondo, sulla produzione costitutiva di ibridità e relazionalità che Donna Haraway così bene situa nel progetto compostista e Karen Barad nella lettura del mondo per diffrazione — che assemblando materia e significato, umano e nonumano, conduce a pratiche performative (Timeto & Caleo ) che non separano il conoscere dal fare la realtà e a cartografie sociopolitiche multidimensionali.
Di cosa sia la Fantascienza si occuperà il convegno — è un tropo teorico alla cuspide tra possibile e reale, fantasia o fatto scientifico, fabulazione speculativa? Certo è un raccontare storie e fatti; modellare mondi possibili e tempi possibili, mondi material-semiotici passati, qui ora e a venire. È riflessione filosofica e teorica, investimento narrativo, scrittura sperimentale, letture extra-ordinarie, avanguardia; include speculazioni ecologiche; ritorno alla terra; attenzione alla materialità del vivere. Il Femminismo speculativo pratica la relazionalità, usa figure a stringhe contro i binarismi, contro l’oppressione di razza, classe, genere, sessualità; indaga come funzionano potere e dominio, cerca giustizia sociale. Per Clemence Seurat, dato che “l’assenza del futuro è già cominciata”, la fiction è forse una delle armi migliori per immaginare altri (mondi) possibili e per speculare sul nostro futuro… la fiction accompagna le mutazioni ontologiche in processo di divenire – la fine dell’eccezionalismo umano, la fine della nostra cosmica incuria ontologica… La crisi ambientale ci colpisce e abbiamo bisogno di storie per guarire…
E mentre il bel convegno europeo AIPI di questa estate sulla fantascienza delle donne ha toccato tutte le sfumature di violenza e crudeltà femminicida nella produzione delle nostre autrici, vorremmo invece cercare esempi se non proprio di solarpunk, di agentività positive, di buoni rapporti con la natura, fluida aperta e generativa — direttamente proporzionali a quanto ne siamo estraniat* (dice Bayo Akomolafe), perché il nostro entanglement è uno spazio di differenze, non di omogeneità— “pratiche terrene di recuperi parziali, una subcultura di avventure per incontrare l’universo a metà strada, costruendo stazioni spaziali per viaggiare verso gli spazi tra”: esempio performativo e speculativo del neomaterialismo.
Invitiamo a leggere il Manifesto materialista di ilenia ecopol caleo – federica eco giardini pol – isabel (Iaph Italia).