Narrazioni non lineari:
esplorazione di conflittualità e scansioni rivoluzionarie
nella letteratura, le arti visive e altre forme di narrazione delle donne
a cura del gruppo della SIL di Firenze
(Clotilde Barbarulli, Liana Borghi, Luciana Floris, Kiki Franceschi, Laura Graziano, Maria Letizia Grossi, Laura Marzi, Roberta Mazzanti, Brenda Porster, Ilaria Sborgi, Rita Svandrlik)
La rivoluzione, che tradizionalmente è stata vista come una violenta presa di potere con conseguente rovesciamento dello status quo, come un movimento dal basso contro ogni forma egemonica, è ora soprattutto considerata un processo continuo, un movimento transnazionale verso il cambiamento di cui si identificano momenti liminali ed eventuali fallimenti. Nella sua intersezione con le donne e i femminismi si ricercano nuovi modelli di analisi (vedi Feminist Review 106 e Zapruder World 2).
Negli anni ’80 la rivoluzione, in quanto concetto e termine, era ricorrente nei femminismi. Ma come parlare oggi di rivoluzione in un sistema di controllo pervasivo dei corpi, nella im/penetrabilità di un dominio materiale e simbolico (eteropatriarcale, farmacopornografico…) che cerca di sedurci e possederci? E per i movimenti lgbtiqi che si trovano fra repressione e retoriche omonazionaliste? E di fronte alle politiche di razzializzazione e criminalizzazione dei/delle migranti? Come ripensare la soggettività femminista oltre l’ambientalismo del nostro sostrato di donne responsabili, verso un’ecologia della crisi? Intimità, affettività e sessualità sono attori/agenti di trasformazione, nell’esistenza così come nella rivoluzione.
Il conflitto è una modalità delle relazioni che apre a direzioni molteplici. Implica la difficoltà di riconoscere lo spazio altrui nei rapporti interpersonali e tuttavia richiede un continuo negoziato interiore con l’inseparabilità del sé dall’altra/o. Si manifesta in forme di violenza domestica, sociale, statale e nelle architetture disciplinari, sfociando talvolta in situazioni estreme sia di repressione sia di apparente liberazione. È importante interrogarlo nei suoi molteplici aspetti, nella conflittualità fra visioni del mondo e di vita. La letteratura può far emergere i conflitti che la politica istituzionale e le ideologie dominanti nascondono o cancellano.
La narrazione di un conflitto è spesso performativa: sollecita un coinvolgimento, una condivisione attiva, una presa di posizione etica e di responsabilità, una qualche risoluzione. È possibile anche una lettura riparatrice? Il conflitto, invece che un atto di separazione radicale, non potrebbe essere un tentativo di connettersi e impegnarsi? La narrativa e le arti moderne e contemporanee come rappresentano il conflitto? In quali strategie e contesti narrativi possiamo farlo emergere? Quale performatività e temporalità strutturano la narrativa del conflitto? E dove si incontrano con la teoria femminista?
Il nostro gruppo proponente si prepara a esplorare questi temi da vari punti di vista, insistendo sulle genealogie femministe ed evidenziando, oltre i possibili essenzialismi biologici, a/sincronie nei legami affettivi fra generazioni: nella Bibbia, nella narrativa italiana contemporanea, nella scrittura tra padrona e domestica della francese Nathalie Kuperman; nelle conflittualità politiche di Jhumpa Lahiri, di alcune scrittrici libanesi e palestinesi, di Christa Wolf; negli anacronismi temporali di Hoda Barakat e Marguerite Duras; nei conflitti rivoluzionari del femminismo radicale.
In ogni caso i contributi su altre problematiche, che verranno proposti per il workshop, dovrebbero mettere a fuoco la non-linearità temporale e spaziale dei testi scelti per il tema del conflitto e/o della rivoluzione.
Modalità di partecipazione al workshop
Per dare maggior spazio al dibattito, alla conversazione e allo scambio, abbiamo scelto per il convegno una formula interattiva basata sulla circolazione preventiva via internet di un breve saggio di ogni partecipante in modo che gli interventi possano essere discussi da qualsiasi eventuale iscritta. Il workshop avrà la forma di uno scambio che non prevede relazioni individuali, ma piuttosto una discussione sui temi emersi negli interventi inviati. Chi è interessata a dare un contributo scritto è pregata di inviare titolo e abstract entro il 14 settembre. Lo scritto (non più di 12,000 battute spazi inclusi) dovrà pervenirci entro il 14 ottobre.
Inviare a Liana Borghi: liborg@cosmos.it