Da tempo ci occupiamo di archivi dei sentimenti e culture pubbliche, e di questi trattano infatti sia la Scuola delle donne di Duino, ora alla seconda edizione, sia i seminari svolti al Giardino dei Ciliegi. Recentemente abbiamo cominciato a riflettere sugli oggetti, tangibili e di conoscenza, e in quanto Società Italiana delle Letterate/gruppo fiorentino e Giardino dei Ciliegi stiamo organizzando all’interno della Festa della Toscana un seminario per indagare il senso del comune nel quotidiano, nella politica e nelle culture pubbliche facendo confluire il discorso di storiche, letterate e critiche d’arte in giornate organizzate in modo condiviso e interattivo.
Progettiamo di attraversare alcuni oggetti che nel tempo si modificano e si ramificano nelle rappresentazioni, e in particolare le scarpe, oggetto d’arte, oggetto di studio e oggetto di uso e consumo quotidiano, come dimostrano sia gli scritti sul feticismo del piede di Restif de la Bretonne, sia le collezioni di Ferragamo e Gucci nei musei di arte moderna, come pure il Museo della Scarpa aperto da Bata in Canada, e le performance di Sex and the City e Lady Gaga.
Ma l’accostamento dell’archivio alla memoria culturale raccoglie tantissimi altri esempi: le scarpe da contadino dipinte da Van Gogh (su cui dissertano poi Heidegger e Shapiro); la scarpina di cristallo di Cenerentola nella versione in cui le sorellastre si mozzano un piede per indossarla; le scarpette rosse nella favola di Andersen; le “Dancing Shoes” nella poesia di Patrizia Cavalli; la pantofola rossa di Sisto VI nel racconto di Patricia Highsmith; le “Scarpette rosse” di Joyce Lussu e la montagna di scarpe ritrovate nei campi di concentramento; le scarpe impolverate di chi deve attraversare i tanti checkpoint in Palestina (Adania Shibli); le scarpe di Penelope Cruz in risposta alle leggi sull’immigrazione in USA; le scarpe di migranti affioranti dai cimiteri marini odierni. Natalia Ginzburg nel 1946, dopo la morte del compagno per sevizie a Regina Coeli, guardando le sue scarpe rotte, si chiedeva quali scarpe da grandi i suoi figli avrebbero potuto indossare, e soprattutto quale via avrebbero scelto per i loro passi.
E oggi? La vestizione del piede può assurgere a metafora dell’identità?
Quali scarpe per il/la viandante d’oggi? Quali scarpe e quali passi per una relazione diversa con l’Altro/a nel sentimento del ‘comune’?
Nelle giornate che proponiamo, dai testi di prosa e di poesia, dalle immagini artistiche e dalle rappresentazioni mediatiche emergeranno storie e contesti di oggetti diversi che figurano tracce materiali di una memoria individuale e collettiva, e informano un archivio di emozioni, modelli, culture.
La struttura condivisa e interattiva del Seminario si articola come segue, attraverso le proiezioni, letture di libri e riflessioni che offrono spunti per discorsi sulla scarpa in contesti diversi, e favoriscono la più ampia possibilità di dibattito e intreccio: la vita della scarpa fra moda, status, feticci, investimenti affettivi, testimonianze, memoria culturale e sguardi politici fra ieri e oggi. Il venerdì, alle 16, dopo i saluti della presidente del Giardino Mara Baronti, della consigliera regionale dell’uff. di presidenza Daniela Lastri, si terrà l’intervento di Stefania Ricci, direttrice del Museo Ferragamo, seguita dall’introduzione di Liana Borghi e Clotilde Barbarulli al percorso che ha condotto al convegno. Da quel momento il formato consisterà di brevi interventi (10-15 minuti); come la performance poetica di Barbara Serdakowski; la presentazione di Carol Rama da parte di Roberta Mazzanti; le osservazioni di Jelena Reinhardt sull’oggetto-scarpa di Herta Müller; accenni di Kiki Franceschi alla mostra da lei allestita per il seminario. Ci saranno inoltre interventi di Donatella Mei su Fuga dagli Uffizi; di Matilde Tortora con il film breve “Alla ricerca della scarpa perduta”; di Eleonora Baglioni sulle scarpe della Madonna; di Bia Sarasini sul tacco 12; di Laura Graziano sulla Gradiva; della organizzatrice della mostra “On Your Feet” di Genova e del collettivo Le Acrobate. Interverrà inoltre più estesamente sabato pomeriggio Maria Nadotti. Ciascuno di questi interventi sarà intervallato per 20-30 minuti dalla discussione delle partecipanti al seminario sugli argomenti presentati. In chiusura, domenica alle 14 la Fondazione Ferragamo ci offre la visita alla mostra su Marilyn Monroe.
Venerdì 30 novembre
Ore 16,00 – 19,00 inizio convegno
Ore 20,00 Cena sociale (si prega di prenotare)
Sabato 1 dicembre
Ore 9,00 – 13,00; 15,30-19
Svolgimento del convegno
Ore 20,00 Cena sociale (si prega di prenotare)
Domenica 2 dicembre
Ore 9,00-12,00
Svolgimento del convegno
Ore 14,30
Museo Salvatore Ferragamo (Piazza Santa Trinita 5)
(si prega di prenotare)
Contatti
Clotilde Barbarulli barbarulli@tiscalinet.it;
Liana Borghi liborg@cosmos.it
www.ilgiardinodeiciliegi.firenze.it/
www.interculturadigenere.eu/
www.societadelleletterate.it/
www.consiglio.regione.toscana.it/