Recensione per il Paese delle Donne di Annarita Taronna
Raccontar(si), Laboratorio di Mediazione interculturale,
“Genere, individualità, cultura”
Prato, 25 Agosto – 01 settembre 2002, Villa Fiorelli.
È già trascorsa una settimana dalla conclusione di Raccontar(si), II° edizione, e qualcuna è ancora in stato di con-fusione per quei pa(e)saggi bio-psico-socio-linguistici che hanno contaminato le donne, lettrici, scrittrici, giornaliste presenti a Villa Fiorelli.
Nato nel 2001 come laboratorio di mediazione interculturale, Raccontar(si) è già diventata una comunità di teoria e pratica in-formativa sull’inter(el)azione tra cultura italiana, europea ed extraeuropea. Dunque, partendo da un’ottica trans- e interculturale, ecologista, pacifista, antirazzista, il laboratorio ha proposto un corso di lett(erat)ure comparate al femminile, testualità politiche, et(n)iche, psicologiche “altre” per evidenziare i transiti tra culture, lingue e linguaggi.
Obiettivo comune: raccontar(si) dallo/dello spazio femminile attraverso una riflessione sulle tecniche narrative e letterarie. Attraverso la pragmatica del partire da sè per poi riscoprirsi nell’”altro” abbandonando il proprio l(u)ogocentro e assegnandoci una posizione nuova da cui poter articolare il nostro senso del mondo.
Su tali premesse, il laboratorio di mediazione interculturale si è articolato in lezioni frontali, workshops, discussioni seguendo vari intrecci tematici: dall’ analisi su individualità e globalizzazione a definizioni e problemi delle migrazioni al femminile; dai racconti-testimonianze di bambini/e in guerra all’importanza della pace come empowerment individuale e collettivo; dalla narrativa in/formativa di scrittrici italiane e straniere al ruolo della traduzione-mediazione di contenuti culturali e letterari. Se inizialmente presentati da singole voci- antropologhe, sociologhe, giornaliste, studiose- questi stessi temi hanno dato luogo ad una pluralità di identificazioni, parole e sguardi. Polidiscorsività su visioni in/sostenibili embricate l’una nell’altra. E così, per esempio, Geneviève Makaping- sociologa a antropologa camerunense- si è raccontata, de/ricostruita, interrogata, riletta attraverso Traiettorie di sguardi ( Rubettini, Soveria Mannelli, Cosenza, 2001) ricorrendo al suo essere “altra” per studiare quelli che hanno fatto di lei “il risultato delle loro costruzioni sociali e capire cosa c’è dietro gli stereotipi”. E se gli altri foste voi?
Tante altre visioni in/sostenibili. Scorrere di parole, sguardi di/su soggetti dis/locati, espropriati, de/ri-territorializzati. Racconti da terre di confine. Frontiera. Intermezzo. Uno sguardo su Gaza: Palestina o Israele? Chi è dentro è dentro, chi è fuori è fuori. Le testimonianze di Maria Nadotti, Lidia Campagnano, Eleonora Chiti, Mariangela Barbieri, scrittrici, giornaliste, portavoci, hanno svelato quello che quotidianamente accade dall’ “altra” parte. La mostra di foto (a cura del Women’s Empowerment Project, Gaza, Palestina) ha raccontato i luoghi dell’emarginazione, dell’isolamento geo-politico-culturale che rinchiude le donne palestinesi negando loro la parola e lo sguardo.
Altre immagini. Altri sguardi. Altri racconti. Raccontar(si): l(u)ogo di trasmissione, comparazione, cooperazione e mediazione tra saperi, genti e culture. Per fortuna, io c’ero.
Annarita Taronna
Bari, settembre 2002